Beh! É passato un pò di tempo dall'apertura di questa discussione e credo che ormai valga la pena di chiuderla.
Dalla sua apertura sono trascorsi quasi 5 mesi e, con tutte le notizie che ho saputo raccogliere, le prove fatte e la modesta esperienza acquisita, mi sento di fare alcune considerazioni: Il linguaggio di base si appoggia sulla struttura a riga di comando ed a me, tutto sommato, è sembrato non difficile da capire ed utilizzare. Trovo però lo snellimento che è stato delineato per le strutture delle istruzioni "if, for, while", con l'eliminazione delle istruzioni di chiusura dei rispettivi cicli di controllo, come "endif, next, wend", rende la fase di scrittura più lenta e farraginosa. Ciò è determinato dalla necessita di mantenere sempre alto il livello di concentrazione nel processo di indentazione, interno a cicli suddetti. La difficoltà di stesura aumenta notevolmente quando occorre modificare il contenuto di cicli "if, for, while" quando bisogna aggiungere o togliere istruzioni, nella fase di test ed aggiustamento o di revisione del programma. Ho incontrato anche difficoltà a mettere in debug il programma, sia per assegnare punti di interruzione, sia per rilevare il contenuto delle variabili sotto test. La gestione si complica ancora di più quando poi si voglia fare sposare al programma un'interfaccia grafica per dargli una veste degna del periodo sociale corrente, in cui qualsiasi espressione viene trasmessa sotto forma di immagine. Ho cominciato, nel mese di dicembre, a mettere in pratica l'uso di
Tkinter per aggiungere la GUI al mio programma, ma ho trovato molto impegnativo il lavoro di progettazione di una form e particolarmente ostico quello di disegnare una semplice coppia di oggetti, come un'etichetta e la relativa Textbox, tanto per fare un esempio. Ho dovuto perciò, per non allungare di tantissimo il tempo di totale scrittura del programma corrente, rinunziare alla GUI e continuare la scrittura in python base. Ha però un grande vantaggio: il mio programma, che lavora solo in locale, ha funzionato sia in ambiente Linux che in ambiente windows quasi subito. Il "quasi subito" è dovuto al fatto che ho dovuto imparare come riconoscere la differenza di riconoscimento delle directory dei due SO., però, una volta capito come fare, è bastato che copiassi il mio codice sorgente nella cartella prescelta dell'altro SO ed avviassi sotto l'interprete python il programma, per vederlo funzionare con soddisfazione. Ciò vale naturalmente per oggni nuova versione del programma. Altro grandissimo vantaggio è costituito dalla stragrande disponibilità di documentazione. Ho potuto infatti costruire il mio primo programma, ancora non tutto finito, senza avere praticamente bisogno di chiedere aiuto dopo la fase di primo approccio col nuovo strumento.
Conclusione?
Peccato che Gambas giri solamente sotto Linux.