La buona scrittura di codice è, per così dire, una cosa abbastanza personale e dipendente dalle esperienze fatte.
Esiste in giro una guida di base per la definizione di funzioni e variabili, nonchè di nomenclatura di file, ma ad ogni modo è solo una guida, che non determina la scrittura di uno specifico formato per ogni singolo linguaggio.
Come ha scritto overhill, in RPG si usano 6 caratteri, qusto mi ricorda quando programmavo in assembler e in C, quando non esisteva ancora windoz e similari. La cosa era alquanto criptica in lettura, e necessitava di documentazione e specifiche scritte, e non solo internamente al codice.
Con l'avvento di nuove macchine e nuovi linguaggi, queste limitazioni e queste barriere dimensionali sono state abbattute, lasciando più libertà al programmatore di descrivere meglio il codice, però è anche vero che l'abitudine ha cozzato con questa novità, per cui un programmatore , ad esempio in asm. ha difficoltà a cambiare il modus operandi.
A parte questo, come più o meno tutti, anche io cerco di dare dei nomi più o meno esplicativi alle variabili e ai metodi, ma cerco pure di dare altre informazioni del tipo: se sono numerici o stringhe, cosa potrebbero contenere insomma...
In questo caso il nome di una variabile, ad esempio, può assumere il nome di: nVar=variabile numerica, iVar=variabile usata come indice numerico, sVar=variabile stringa, oVar=oggetto. In gambas, per le variabili private di una classe, le identifico con il prefisso $, mentre per quelle interne ad una funzione non metto nessun prefisso; per le funzioni o i metodi pubblici, il nome inizia sempre con una lettera maiuscola, mentre per quelli privati li identifico con un underscore iniziale...
Tutto ciò è comunque un'impostazione personale; se, mettiamo il caso, mi mettessi ad utilizzare la nomenclatura limitata dell'assembler, dovrei a questo punto obbligatoriamente documentare l'identificativo, sia all'interno del codice, che nelle eventuali specifiche cartacee, altrimenti il poveraccio che leggerebbe il codice, o dovesse metterci mano, andrebbe nel pallone... :-)
In definitiva, non esiste una norma per la scrittura di codice, se non dettata in forma specifica dal cliente o dal datore di lavoro, ma sicuramente il programmatore deve cercare in tutti i modi di documentare il più possibile quello che stà scrivendo. E' ovvio che in alcuni casi, come ad esempio una funzione che esegue una singola e semplice operazione, basta l'inserimento di una noticina in testa alla stessa; ma per in particolari condizioni è d'obbligo addirittura documentare ogni singola riga di codice, come ad esempio un complicato algoritmo di calcolo...