Il "gioco della vita" fa parte di una serie di simulazioni matematiche che vanno sotto il nome di "automi cellulari". Per capire questo genere di programmi bisogna intanto immergersi nell'atmosfera informatica di quegli anni, in cui la comparsa di hardware sempre più potente e di linguaggi di programmazione sempre più evoluti permetteva ai programmatori di sviluppare algoritmi molto complessi in modo semplice e rapido.
Così, per curiosità ed anche per sfida con sé stessi, i programmatori esploravano ogni campo cercando di trasportare in codice tutto quello che li circondava. Un campo che andava di moda in quegli anni era proprio la creazione di programmi di simulazione: una branca di essi riguardava lo studio di come riprodurre via software il comportamento degli esseri viventi.
E' in questo contesto che nacque il "gioco della vita", un algoritmo che simulava l'evoluzione di una coltura cellulare: gli organismi unicellulari sono infatti le più semplici forme di vita organizzata mentre più cellule insieme formano organismi pluricellulari.
E' interessante notare come le semplici regole alla base del gioco (che in realtà un gioco non è perché l'utente non interagisce con il sistema ma si limita ad osservarne l'evoluzione) fanno evolvere il mondo di Life in maniera del tutto autonoma (da cui "automa cellulare") e che l'evoluzione del sistema dipende unicamente dal suo stato iniziale.
Per capire il Gioco della Vita devi prendere il programma per quello che è, cioè un algoritmo matematico che cerca di simulare un comportamento intelligente.
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Wa-tor, un altro automa cellulare molto famoso.